* Magdi Allam, "L'asilo negato a Oriel", La Repubblica
* Marco Sessa, "Chiedo asilo politico ma mi è viene negato", Il Giornale di Vicenza
Luglio 29, 2002: La Repubblica,
L'asilo negato a Oriel
di Magdi Allam
Oriel de Armas Peraza, 28 anni, militante per i diritti dell'uomo a Cuba, ua moglie Raiza Portal Sanchez, 30 anni, la loro bambina Brenda di 4 anni, residenti da un anno a Vicenza dove hanno invano chiesto il riconoscimento dello status di rifugiati politici, hanno lanciato un appello al capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al presidente della Conferenza episcopale italiana cardinale Ruini affinché intervengano con urgenza per impedire la loro espulsione dall'Italia. La Questura di Vicenza gli ha infatti notificato l'ingiunzione definitiva a lasciare il territorio nazionale entro l'8 agosto.
Originario della provincia di Santa Clara, membro del Partito per i diritti umani e dell'Alleanza patriottica cubana, entrambi clandestini, Oriel di lavoro faceva l'autista in un'azienda pubblica. Dopo essere stato costantemente pedinato, interpellato, minacciato per le sue idee politiche, Oriel ha deciso di fuggire dal suo paese corrompendo i funzionari addetti all'emigrazione responsabili del rilascio dei passaporti. Successivamente la moglie Raiza è riuscita a raggiungerlo escogitando l'umiliante tranello di sposarsi solo formalmente con un cittadino tedesco. E' così che la famiglia è riuscita a ritrovarsi in Germania.
Da lì Oriel si è diretto a Vicenza dove vive e lavora una sua sorella. L'8 settembre 2001 ha presentato richiesta di asilo politico alla Questura di Vicenza. La richiesta fu bocciata e gli fu concesso un permesso di soggiorno temporaneo fino all'8 dicembre 2001, poi rinnovato fino al 6 aprile 2002. Il 10 aprile il ministero dell'Interno gli ha notificato l'ingiunzione a lasciare il territorio italiano verso la Germania, in quanto paese di arrivo in Europa dopo aver lasciato Cuba. A quel punto Oriel ha implorato le autorità italiane di non espellerlo in Germania perché aveva già saputo che le autorità tedesche l'avrebbero rispedito a Cuba.
Preso dalla disperazione, Oriel si è recato alla base americana Ederle, di stanza a Vicenza, chiedendo asilo politico agli Stati Uniti. E' riuscito a entrarvi approfittando della festa nazionale del 4 luglio quando la base apre le porte al pubblico. Senonché il comandante, un generale, si è limitato a chiamare la polizia italiana e a farlo trasportare con la forza all'esterno della base. La Questura gli ha dato un rinnovo del permesso di soggiorno fino all'8 agosto, improrogabile. Dopo quella data Oriel verrà definitivamente estradato verso la Germania.
Al telefono Oriel lancia una supplica: "Io sono un oppositore politico. Se mi rimanderanno con la forza a Cuba rischio la tortura e il carcere. Ho lottato e continuerò a battermi per la libertà nel mio paese. Vi prego aiutatemi. Oltrettutto mia moglie e mia figlia sono ammalate e necessitano entrambe di cure mediche, ma la Questura mi ha negato anche un permesso di soggiorno per ragioni di salute. Mi rifiuto di credere che l'Italia mi cacci via, sono certo che si è trattato di un errore burocratico". Fin qui l'appello di Oriel. Vedremo se sarà accolto o se cadrà nel vuoto.
Per contattare Oriel: Telefono: 340-5277264
Agosto 1o, 2002: Il Giornale di Vicenza
«Chiedo asilo politico ma mi è viene negato»
Fuggito con la compagna e la figlioletta rischia di ritornare e finire in prigione Formalmente dovrebbe essere la Germania (primo Paese ospitante) a dargli asilo, ma finora le autorità tedesche non l'hanno aiutato Dramma di un esule da Cuba
di Marco Sessa
Ha scritto praticamente a tutti: dal Papa al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, a ministri vari, al presidente della Conferenza episcopale, al Commissario dell'Unione europea per gli aiuti umanitari, al Commissario delle Nazioni unite per i diritti umani, a parlamentari ed ecclesiastici, per finire a giornali e ad organizzazioni di cubani in esilio. Solo per chiedere una cosa: la possibilità di ottenere asilo politico in Italia, come perseguitato politico.
Oriel de Armas Peraza, da alcuni mesi in Italia con la compagna Raiza e la figlioletta Brenda, vede avvicinarsi con grande timore la data dell'8 agosto. Quel giorno scade infatti l'ultima proroga del suo permesso di soggiorno, e, se non avrà ottenuto l'asilo politico, verrà espulso.
«L'asilo politico in Italia mi è stato negato - spiega il giovane esule cubano - per un cavillo giuridico. Secondo la convenzione di Dublino, infatti, dovrebbe essere concesso dal primo Paese in cui si è giunti, che per me sarebbe la Germania. Ma credo che questa formalità potrebbe essere superata».
- Come mai da Cuba è arrivato in Germania?
«Avevo conosciuto amici tedeschi, che mi hanno aiutato. Inoltre, non essendo io sposato con Raiza, ma convivendo, lei ha potuto contrarre un matrimonio "sulla carta", di comodo, con un amico tedesco, perchè questo era l'unico modo per farla uscire da Cuba assieme a Brenda. Poi, in Germania, hanno provveduto subito al divorzio».
- Dalla Germania a Vicenza, perchè?
«In Germania avevo paura, perchè sono attive alcune associazioni filocastriste. Inoltre, non so perchè, ho capito che non si sarebbero interessati per l'asilo politico. Per questo temo che, se dopo l'8 agosto mi rimandano in Germania, verrò rispedito a Cuba; e questo vuol dire la prigione, e forse anche la morte».
- Quali passi ha fatto qui a Vicenza?
«In questura ho parlato con una funzionaria, la signora Gaetana Dovigo, la quale mi ha consigliato di inoltrare una domanda al Presidente Ciampi. Però non ho mai avuto risposta. E non ho potuto avere un permesso temporaneo di lavoro nè la possibilità di assistenza medica per Raiza che è affetta da tiroidismo cronico e per Brenda che soffre di asma».
«Ho anche tentato un'altra strada: il 4 luglio, festa nazionale degli Stati Uniti, sono andato alla caserma "Ederle", considerandola territorio statunitense. Ho potuto parlare con il generale comandante, chiedendo la possibilità di asilo politico in Usa. Lui ha fatto alcune telefonate, essendo il primo caso del genere che gli capitava, ma poi se n'è andato senza nemmeno salutarmi. E la polizia mi ha allontanato dalla caserma anche in malo modo».
- E ora che cosa pensa di fare?
«Spero in un aiuto. Ho già avuto contatti con l'Alleanza patriotica cubana, con il Consiglio dei rifugiati cubani in Svezia (cui appartiene un mio zio, che mi ha consigliato di trasferirmi dalla Germania in Italia)».
«Spero anche che qui a Vicenza e in Italia qualcuno possa farmi ottenere l'asilo politico. A Vicenza ho trovato molti amici che mi hanno aiutato, anche membri della Chiesa cattolica, pur essendo io appartenente alla Chiesa evangelica».
- Vorrebbe stabilirsi a Vicenza?
«Sì, mi piacerebbe. Qui mi sono trovato bene ed ho conosciuto tanti amici. La mia figlioletta Brenda sta già imparando l'italiano, e un po' anch'io. Vorrei anche creare una sezione italiana dell'Unione degli esuli e dei profughi cubani, che è un'associazione apolitica che lotta solo per la tutela dei diritti umani. Ma l'8 agosto è vicino, ed ho tanta paura di venir cacciato via. Aiutatemi!».
Un impegno contro la violazione dei diritti umani
Ha una decennale militanza nella "Alleanza" anticastrista Oriel de Armas Peraza ha quasi 29 anni, essendo nato a Santa Clara di Cuba il 21 settembre 1973. Ha una figlia di 4 anni, Brenda, nata dalla sua unione con Raiza Portal Sànchez. Durante il servizio militare, iniziato nell'agosto 1991, fu obbligato ad iscriversi alla Ujc (Unione dei giovani comunisti). Ma alla fine del 1992, attraverso alcuni amici dell'Istituto pedagogico "Varela", entra in contatto con militanti della Apc (Alleanza patriotica cubana), un'associazione che lotta per i diritti umani in contrapposizione al regime castrista; e vi entrò a far parte. Terminato il servizio militare nel maggio 1993, cominciò gli studi tecnici, ma fu misteriosamente espulso dalla scuola. Per mantenersi entrò in un'impresa di stato, la "Trd Caribe", come autista di camion.
A seguito di una serie di denunce contro persone a lui legate, cominciò ad essere strettamente controllato dalla polizia e dai servizi segreti cubani. Successivamente fu costretto ad abbandonare il lavoro. Nel 2000, grazie all'aiuto di amici tedeschi, riuscì ad ottenere l'espatrio da Cuba per la Germania, avvenuto all'inizio del 2001. In seguito l'ottennero anche la sua compagna Raiza e la figlioletta Brenda.
Alla fine dello scorso anno, Oriel e la sua famiglia hanno raggiunto Vicenza, dove vivono una sorella e una cugina.